ArkilabO “Style Board”

Il vento caldo inonda l’arida savana; sterminate distese di sole sfiorano le tempra del giovane cacciatore. Al di qua del mirino, l’uomo sa perfettamente come quel mezzo metro d’acciaio lucente lo separi da orribile fine. Ora, silenzio! Ascolta la natura che alza la sua voce e sovrasta tutto il circostante. Sembra suggerire quella filosofia di vita che, di padre in figlio, s’è tramandata ai posteri: “Ogni giorno una gazzella si sveglia e sa che dovrà correre più del leone, altrimenti… Ogni giorno un leone si sveglia e sa che dovrà correre più della gazzella, altrimenti…” poi un bagliore. Negli occhi del sognate uomo (desiger), si manifesta la consapevolezza di un giorno che inizia, di una città che si sveste dalle tenebre, di un lavoro… ehi un momento! Ma oggi è propro quel giorno… che il safari degli stili (o style bord) abbia inizio! L’impavido cacciatore (designer), forse non del tutto consapevole dell’alba ormai giunta, si lancia a capofitto, in un sogno/realtà che lo ammalia, spingendolo a radunare le sue cose. Ha preparato tutto con cura. La scelta è stata difficile, le armi (tavole) in suo possesso erano più numerose, ma per stanare la prelibata fiera (cliente), non ne porterà con se più di tre, ad evitare scelte difficili e, al contempo, confusione negli occhi del feroce obiettivo.
Questi strumenti a corredo della sua attrezzatura, il più adeguati possibili al teatro di scontro (per caratteristiche visive e formali), descrivono minuziosamente il suo trofeo (progetto). Sono un primo passo che accomuna cacciatore e preda (designer e cliente), a centrare il terreno d’azione giusto (prodotto). Anche se le difese sono eterogenee, non è detto che non si possa auspicarne una loro unione per il conseguimento dell’idea.
La battuta di caccia (l’espoizione): tutto porta e parte da qui. Questa volta si tratta di meccanismi (strumenti) micidiali, dedicati quasi completamente alla preda (cliente), che, a tal punto, deve essere assolutamente, indiscutibilmente consapevole di quello a cui sta andando incontro, ma al contempo sedando fino all’ultimo la loro natura, tanto da avvicinarsi il più possibile all’habitat dell’animale. Uno sparo e poi il buio. Una nuova luce e l’istantanea imprime nel tempo la vittoria che ora giace sotto uno stivale polveroso. Una nuovo pensiero corre nelle menti del brado branco: non importa chi, basta cominciare a correre (verso il dettaglio)!

Pubblicato sulla fanzine Carta Straccia #18, novembre 2010. L’intero numero #18 in formato digitale è online.

ArkilabO “Mood Board”

Eccoci ad una nuova puntata di “Palato”, il mensile gastronomico del creativo. Siamo oggi nella cucina dello chef (designer) di turno, per vedere cosa bolle in pentola. Lui è già al lavoro. Lo sorprendiamo proprio mentre si appresta a preparar la ricetta del giorno: mood borad (o tavola delle umori) in sapore di concept. È un piatto prelibato, per gusti raffinati; ad un primo assaggio potrebbe essere confuso con la pietanza precedentemente servita (ricordate l’ispiration board?), ma solo i palati più fini riscontreranno una maggiore cura negli alimenti usati in cottura.
Cos’è, in effetti, questa mood board? Come direbbe uno chef (di prodotto) assai rinomato: “la creazione di una mood board è un ottimo modo per traghettare i sensi del commensale all’estasi finale (il concept), dove è possibile distinguere la giusta combinazione dei sapori (colori) dai molti insipidi (non abbinabili)”. Come si capisce da questa semplice descrizione (sicuramente non accurata), una mood board è qualcosa che svela quali saranno gli effettivi ingredienti (componenti) da mescolar nel piatto (progetto), senza perdersi nei dettagli pomposi di una ricetta.
Quindi l’attento cuoco (designer) raccoglierà a se tutte quelle pietanze, intimamente legate alla preparazione del piatto, al suo stile, al suo carattere (forme, texture, colori), per poi carpirne, amalgamandole assieme, i valori legati alla pietanza finale (progetto), alla senzazione che essa suciterà nei commensali (feeling) e al modo di presentarla (tono di comunicazione), una volta giunta in tavola. Se nel probabile antipasto (inspiration board), si eran svelati tutti i presupposti (elementi) giusti per la cena che ci apprestava a consumare, con questa seconda portata se ne rintraccia la sostanza (esempi, cromachie, immagini evocative ed altro ancora).
Dunque, in qualsiasi tipologia di processo creativo, sia prima che dopo l’accostamento dei sapori (concetti, valori, parole, colori, collegati a quello che si vuole esprimere) che gestano l’antipasto perfetto (o inpiration board), era stato un lavoro di squadra (brainstorming) a presentare il piatto finale, sarà ancora lavoro di molti in cucina a sviluppare anche una mood boord ben cotta.
Mettiamo il caso, che in questo laborioso e frenetico turbinio di pietanze,mestoli e fornelli, si fosse dosato un ingrediente in più o in meno nella nostra mood board, avremmo, adesso, diverse mood board da servire: poco male; l’unione farà sempre la forza, ed alla fine la sala del ristorante non potrà far a meno di lodarla.
Come tutte le portate di una cena, che devono necessariamente esser servite (mostrate) al cliente, se a queste si aggiungerà un breve decalogo (presentazione) delle loro virtù, prima che l’avventore ne addenti un boccone, ciò allontanerà di sicuro l’ombra di un cliente non soddisfatto per ciò che ha mangiato e di uno chef (designer) arrabbiato per ciò che ha cucinato.
La cena (progettazione) va avanti scorrendo il menù, e già una nuove leccornia prende vita, ma questo lo divoreremo alla prossima portata…

…TO BE CONTINUED

Pubblicato sulla fanzine Carta Straccia #17, ottobre 2010. L’intero numero #17 in formato digitale è online.

ArkilabO “Inspiration Board”

Questa è la telecronaca di una competizione importante. Non ci sono, però, uomini o altri esseri a prendervi parte, bensì le loro idee; ed in palio non coppe o trofei, ma la creazione di un nuovo prodotto da lanciare sul mercato.
La nostra corsa al prodotto seguirà tre tappe fondamentali; traguardi che porteranno le idee in gara ad una selezione continua, fino a che una sola (il concept) sarà pronta per essere impiegata nel progetto del prodotto.
Allora ci siamo! Tulle le idee sono pronte sui blocchi di partenza per far parte della tavola delle ispisrazioni (o inspiration board), prima vera prova fisica alla conquista del concept.
Ma cos’è questo manufatto? Un semplicissimo collage, come i tanti fatti da piccoli, che raccoglie tutto quello che le nostre idee possono trasmetterci: immagini, materiali ed oggetti, relativi alle nostre primordiali sensazioni sul prodotto.
Così, dopo un iniziale studio dell’avversario (brianstorming del team) e dopo la realizzazione di alcuni tempi significativi (estraendo gli spunti fondamentali del progetto), da parte del gruppo di testa nasce l’esigenza di visualizzare i risultati parziali graficamente, proprio come avviene quando si stila una classifica delle posizioni in gara.
Ora, alcuni outsider, si lanciano nella ricerca del primato, ovvero conoscere le proprie capacità (ciò che già esiste sul mercato), per spingersi oltre (proponendo qualcosa di nuovo).
Questo apparente caotico miscuglio di sensazioni/informazioni su un supporto cartaceo, rappresenterà un punto di riferimento per raggiungere i traguardi successivi, ma questo lo vedremo la prossima volta…

…TO BE CONTINUED

Pubblicato sulla fanzine Carta Straccia #16, settembre 2010. L’intero numero #16 in formato digitale è online.