ArkilabO “Mood Board”

Eccoci ad una nuova puntata di “Palato”, il mensile gastronomico del creativo. Siamo oggi nella cucina dello chef (designer) di turno, per vedere cosa bolle in pentola. Lui è già al lavoro. Lo sorprendiamo proprio mentre si appresta a preparar la ricetta del giorno: mood borad (o tavola delle umori) in sapore di concept. È un piatto prelibato, per gusti raffinati; ad un primo assaggio potrebbe essere confuso con la pietanza precedentemente servita (ricordate l’ispiration board?), ma solo i palati più fini riscontreranno una maggiore cura negli alimenti usati in cottura.
Cos’è, in effetti, questa mood board? Come direbbe uno chef (di prodotto) assai rinomato: “la creazione di una mood board è un ottimo modo per traghettare i sensi del commensale all’estasi finale (il concept), dove è possibile distinguere la giusta combinazione dei sapori (colori) dai molti insipidi (non abbinabili)”. Come si capisce da questa semplice descrizione (sicuramente non accurata), una mood board è qualcosa che svela quali saranno gli effettivi ingredienti (componenti) da mescolar nel piatto (progetto), senza perdersi nei dettagli pomposi di una ricetta.
Quindi l’attento cuoco (designer) raccoglierà a se tutte quelle pietanze, intimamente legate alla preparazione del piatto, al suo stile, al suo carattere (forme, texture, colori), per poi carpirne, amalgamandole assieme, i valori legati alla pietanza finale (progetto), alla senzazione che essa suciterà nei commensali (feeling) e al modo di presentarla (tono di comunicazione), una volta giunta in tavola. Se nel probabile antipasto (inspiration board), si eran svelati tutti i presupposti (elementi) giusti per la cena che ci apprestava a consumare, con questa seconda portata se ne rintraccia la sostanza (esempi, cromachie, immagini evocative ed altro ancora).
Dunque, in qualsiasi tipologia di processo creativo, sia prima che dopo l’accostamento dei sapori (concetti, valori, parole, colori, collegati a quello che si vuole esprimere) che gestano l’antipasto perfetto (o inpiration board), era stato un lavoro di squadra (brainstorming) a presentare il piatto finale, sarà ancora lavoro di molti in cucina a sviluppare anche una mood boord ben cotta.
Mettiamo il caso, che in questo laborioso e frenetico turbinio di pietanze,mestoli e fornelli, si fosse dosato un ingrediente in più o in meno nella nostra mood board, avremmo, adesso, diverse mood board da servire: poco male; l’unione farà sempre la forza, ed alla fine la sala del ristorante non potrà far a meno di lodarla.
Come tutte le portate di una cena, che devono necessariamente esser servite (mostrate) al cliente, se a queste si aggiungerà un breve decalogo (presentazione) delle loro virtù, prima che l’avventore ne addenti un boccone, ciò allontanerà di sicuro l’ombra di un cliente non soddisfatto per ciò che ha mangiato e di uno chef (designer) arrabbiato per ciò che ha cucinato.
La cena (progettazione) va avanti scorrendo il menù, e già una nuove leccornia prende vita, ma questo lo divoreremo alla prossima portata…

…TO BE CONTINUED

Pubblicato sulla fanzine Carta Straccia #17, ottobre 2010. L’intero numero #17 in formato digitale è online.