ArkilabO “Prodotto del cervello, cervello del prodotto”

Può sembrare un gioco di parole, ma ogni individuo con un cervello, ha una visione personale della realtà che lo circonda; cosa che lo distingue da qualsiasi prodotto scevro di una propria realtà logica.
Allora un prodotto assorbe parte del cervello del designer che lo crea ed è rivolto al cervello del fruitore che lo acquista. Sta qui la capacità del designer di immaginarsi la realtà del fruitore e la qualità del prodotto.
Il designer, così, non fa altro che unire capacità e tecnica alla comunicazione della propria realtà fusa con quella del fruitore.
La comunicazione, presumibilmente fortuita se carica del personale estro del designer, non deve condurre ad una posteriore scelta qualitativa del prodotto, ma alla sua pregressa rintracciabilità nel processo industriale, impossibilitato a correzioni postume.
Il lavoro del designer appare, quindi, come una nuvola di vincoli e, conoscere il cervello del fruitore, fa solo da guida al processo creativo, al pari dei materiali, dei costi, delle funzioni e della sicurezza che un prodotto porta con se.
I vincoli prendono spunto dall’approccio del cervello del fruitore, imprimendo al prodotto qualità di percezione, comprensione, atteggiamento e memoria.
La percezione instaura nel fruitore la ricerca di informazioni in specifiche zone del prodotto, portando la sua comprensione, contemporaneamente, ad una conoscenza globale e ad una locale, incentrata sulle singole funzioni. Forma e funzioni iniettano nel cervello un atteggiamento, automatico, di giudizio e fruizione, accrescendo la memoria sul futuro utilizzo del prodotto.
Se è vero che un cervello umano, automatizzando la sua attività, cerca di adottare un comportamento già visto, allora il designer dovrà riflettere sulle zone, sui tipi di funzioni del prodotto e sulla risposta che si attende dal fruitore, piuttosto che sulla mera forma.
D’ora in poi, scegliendo un prodotto, sarà inevitabile tornare col cervello alla peculiarità fondamentale del designer, di aver trasmesso una realtà, che oltre funzioni, tecnologia e cultura, dà sintesi di complessa conoscenza, personale e altrui, ma sempre in piena semplicità.

Pubblicato sulla fanzine Carta Straccia #2, giugno 2009. L’intero numero #2 in formato digitale è online.